Emisfero sinistro Emisfero destro
Queste riportate in tabella sono solo alcune delle funzionalità peculiari di ogni singolo emisfero, e la predominanza dell’uno rispetto all’altro ci identifica personalmente.
Che significa questo?
Che tutti noi abbiamo predominante un emisfero rispetto all’altro, saremo ad esempio più portati per la matematica se l’emisfero predominante è il sinistro( detto anche l’emisfero Ingegnere) o più per l’arte se predominerà quello destro
( detto anche l’emisfero Poeta) Questa predominanza tuttavia non significa squilibrio perché , come abbiamo già detto, nell’azione e nel risolvere un problema sono complementari.
Ma quanto è importante la comunicazione tra gli emisferi?
Immaginiamo di trovarci sulle acque dell’oceano su una barca a remi. Per avanzare abbiamo appunto solo i due remi, il cui ritmo deve opporsi o assecondare la forza del vento. E’ evidente che dovremo, nella necessità di cambiare rotta, usare a volte il remo a destra a volte quello a sinistra, ma quello che è certo è che la barca camminerà più spedita verso la rotta scelta, quando useremo entrambi i remi con la giusta forza e coordinazione.
Così è anche per gli emisferi del cervello. Di fronte a problemi da risolvere ci sarà una prevalenza dell’uno rispetto all’altro. Se devo cercare una parola, formulare un discorso o risolvere un problema di matematica utilizzerò l’emisfero sinistro, se devo cogliere il senso di qualcosa e quindi devo fare una sintesi userò quello destro. Ma in ogni caso, al di là di ogni specifica funzione, ci saranno momenti di collaborazione reciproca nell’assolvimento del compito o dell’obiettivo che ci siamo proposti, proprio come fanno i due remi verso la rotta.
Diventa ovvio allora, come la debolezza di uno dei due emisferi porti a problemi legati alla specificità di quello che risulta indebolito. Anche se non in presenza di una malattia, il cervello può presentare problemi di sviluppo e conseguenti difficoltà di interconnessione. Può esserci cioè, la difficoltà a rielaborare le informazioni ricevute tramite il Corpo calloso, autostrada a più corsie di comunicazione tra i due emisferi. Quando questa comunicazione,questa interconnessione neurologica è difficoltosa, ne risulta uno squilibrio ed una maggiore opportunità che si sviluppino deficit motori, di coordinazione, cognitivi o di apprendimento come nel caso della Dislessia. La Neurologia Funzionale si inserisce in questa logica; essa ha lo scopo di indagare sulle funzionalità cerebrali. Accettando la Teoria Universale e basandosi su una concezione olistica della salute e dell’individuo, è, tra tutte, quella che guarda al problema da ogni angolazione. Secondo la Neurologia funzionale non c’è un tipo di terapia valido per tutte le persone con dislessia. Una terapia va tracciata valutando la zona di deficit ed intervenendo in quel senso. L’individuo, secondo la concezione olistica, va infatti considerato in ogni sua componente. Tutti i trattamenti previsti dalle altre teorie sono validi., ad esempio l’occlusione prevista dalla teoria della Fissazione instabile è valida nel momento in cui c’è una convergenza oculare instabile che andrà corretta, ma essa non sarà valida in tutti casi. In realtà quello che si cercherà giustamente di fare è di ricercare il punto debole … Quando si parla di fissazione instabile, di problemi sensoriali, ecc. stiamo parlando di uno squilibrio che comunque ha un’origine neurologica, perché interessa gli emisferi cerebrali. Da ciò deriva che oltre alle valide terapie messe in campo da insegnanti e terapeuti e caratterizzate dal coinvolgimento contemporaneo di tutti i sensi (udito, olfatto, vista), dovrà necessariamente esserci una riabilitazione neurologica funzionale dell’emisfero che risulta indebolito. E’ proprio in considerazione di tutto ciò che la Chiropratica e nella fattispecie, la Neurologia Funzionale Chiropratica, interviene con metodologie mirate ad affrontare il problema evidenziato dal test neurologico e formale. Il trattamento Chiropratico interviene sull’aggiustamento della colonna favorendo il passaggio di comunicazioni fra zone nervose periferiche e sistema nervoso centrale e, allo stesso tempo, metodologie di riabilitazione neurologica come stimolazione visiva, il bendaggio, l’uso di lenti colorate, rieducazione dell’orecchio al suono, riabilitazione vestibolare, interventi sui riflessi e l’Interactive Metronome , vengono scelte a seconda del caso ed intervengono a rafforzare la parte debole e rieducare alla comunicazione le due parti del cervello anche in questo particolare disturbo che è la dislessia.